Secondo una ricerca condotta da Demoskopea il 65% dei connazionali soffre di cefalee o emicrania, pari a 31 milioni di persone, con un incremento di 600 mila adulti nell'ultimo periodo. Chi soffre di mal di testa ricorrente spesso non tiene in debito conto il ruolo dell'alimentazione nell'acuire o ridurre i sintomi. Vediamo con l’aiuto del nutrizionista Paolo Paganelli la dieta più corretta con i cibi da evitare e quelli da considerare alleati.
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Tra i tanti fattori scatenanti delle cefalee, c’è anche l’alimentazione. È stato infatti riscontrato un legame tra l’assunzione di determinati cibi o sostanze e lo scatenarsi del mal di testa: ad esempio i nitrati, usati per conservare salumi e insaccati, la tiramina presente nei formaggi stagionati, il glutammato di sodio usato nei dadi per bordo e nelle zuppe pronte in busta, i tannini del vino.
Ci sono, però, anche altri cibi che facilmente non vengono assimilati correttamente e quindi possono dare problemi a livello dell’apparato digerente e generare mal di testa. Per esempio: legumi, cipolle, cavoli, olive, frutta secca in guscio, pane e pizza, cioccolato, formaggi stagionati, carni conservate, salumi e insaccati, alimenti in salamoia, bevande alcoliche.
Al contrario una dieta anti-cefalea dovrebbe puntare su alimenti quali: riso integrale, frutta e verdura fresche, legumi, pesce fresco non affumicato, carne bianca, succhi e centrifugati freschi, caffè e tè verde.
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