È paragonabile ad un ormone, è liposulibile e immagazzinabile: la vitamina D svolge un ruolo essenziale nella mineralizzazione ossea, aiuta il cervello nel processo di memorizzazione e stimola il sistema immunitario. La carenza di questa vitamina nella maggior parte dei casi è asintomatica, o si manifesta con segnali spesso sottovalutati come stanchezza generale, dolori articolari, sudorazione delle mani e dermatite. Una mancanza, però, può favorire nell’adulto l’insorgenza di malattie legate ad un sistema immunitario debole e scompensi nel tono dell'umore, mentre nel bambino rachitismo e malformazioni della struttura ossea. Per questo è importante nei primi 20 anni di vita un corretto accumulo, sia attraverso l’alimentazione che l’esposizione ai raggi solari. I cibi più ricchi di Vitamina D sono: il tuorlo d’uva, il salmone affumicato, il pesce spada, i latticini e i funghi essiccati.
Un recente studio commissionato dall'Unione europea ha evidenziato che il 13% dei cittadini soffrono di carenza di vitamina D, anche nella fascia centro-meridionale del continente e non solo nei paesi che godono di un minore irraggiamento solare. Ad accusare questa mancanza sono soprattutto gli anziani, tanto che sono in aumento forme di depressione, diabete di tipo 2 e artrite reumatoide. Sedute di lampade artificiali non servono a migliorare una situazione di avitaminosi, bastano però 15 minuti al giorno di esposizione di viso e braccia alla luce solare. Sono utili anche integratori alimentari a base di olio di fegato di merluzzo o di vitamina D sintetizzata, da assumersi ogni 15 giorni o una volta al mese, a seconda del paziente.
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