Solo qualche anno fa i soggetti celiaci avevano grosse difficoltà nel reperire alimenti specifici, la qualità della consistenza e il sapore erano spesso scadenti e mangiare in un ristorante complicato. Oggi i cibi "gluten free" sono sempre più diffusi e i ristoranti si sono attrezzati per ampliare l'offerta e venire incontro alle esigenze di clienti con intolleranze. Ma seppur la celiachia resti una malattia debilitante, ne è affetto solo l'1% della popolazione in Italia. Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità, infatti, i celiaci diagnosticati sono intorno ai 200.000. Attenzione, allora, a non farsi soggiogare da mode e marketing che pubblicizzano prodotti "senza glutine" come la nuova frontiera del mangiare sano. Chi non ha reali intolleranze al glutine o una diagnosi di celiachia, non dovrebbe eliminare dalla propria dieta questa proteina contenuta in alcuni cereali mangiando surrogati o sostituti di frumento e farro. Il consiglio, invece, è quello di ruotare gli alimenti, introducendo nella propria dieta farine diverse come quelle di grano saraceno, riso, mais, miglio, quinoa, sorgo o prediligere cereali a basso contenuto di glutine come il kamut. Così si evitano intossicazioni e si abitua il nostro organismo ad assimilare nutrienti diversi. Attenzione, inoltre, a non confondere la celiaci (per la cui diagnosi servono test specifici) con intolleranze o disbiosi intestinali o altre problematiche derivanti dal mal assorbimento degli alimenti, le cosiddette pseudo-celiachia, che sono però curabili.
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