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Una tematica importante dal punto di vista psicologico, ma anche da quello sociale, filosofico e religioso, è lo sviluppo del senso morale negli individui, dall'infanzia all'età adulta. Comprendere i meccanismi della formazione della moralità e i fattori che la influenzano può aiutare a comprendere meglio se stessi nell'interazione con la società e orientare i criteri educativi quando si esercita il ruolo di genitore o di insegnante.
Uno dei primi psicologi che si occupò di questo problema fu Jean Piaget che nei primi suoi scritti si focalizzò specificatamente sulla morale dei bambini,
studiando il modo in cui i bambini giocano per capire il loro concetto di bene
e di male. Basandosi sull'osservazione delle regole dei giochi e su interviste
riguardanti azioni come rubare o mentire, Piaget scoprì che anche la moralità
può considerarsi un processo evolutivo. I bambini cominciano con lo sviluppo di una morale basata sulla stretta aderenza
alle regole, ai doveri e all'obbedienza all'autorità: questo tipo di morale è
dettato dalla convinzione che a un'azione errata segua automaticamente una punizione.
Successivamente, attraverso l'interazione con altri bambini, essi scoprono che
un comportamento strettamente aderente alle regole può talvolta essere problematico.
Ecco allora che sviluppano uno stadio autonomo di pensiero morale caratterizzato
dalla capacità di interpretare le regole criticamente e selettivamente basandosi
sul mutuo rispetto e sulla cooperazione. Piaget trasse la conclusione, apparentemente
paradossale, che questa visione autonoma di moralità come rispetto del prossimo,
è più forte e porta a comportamenti più coerenti che la morale dei bambini più
piccoli. Piaget concluse così che la scuola dovrebbe enfatizzare i processi decisionali
basati sulla cooperazione, la soluzione di problemi e richiedere che gli studenti
lavorino su regole comuni basate sul rispetto dei ruoli.
Gli studi di Piaget furono sviluppati successivamente da Lawrence Kohlberg (1958) che elaborò una teoria dello sviluppo della qualità morale basata su
6 stadi. Il metodo utilizzato si basò su interviste a 72 bambini di 10, 13 e 16
anni di ceto medio e basso, su una storia la cui interpretazione morale può essere
controversa.
Eccola:
Heinz ruba la medicina In Europa una donna era vicina alla morte per una rara forma di cancro. C'era una medicina che i dottori ritenevano potesse curarla: era una forma di radio che il farmacista aveva recentemente scoperto. La medicina era costosa da preparare ed inoltre il farmacista caricava 10 volte il costo di preparazione. Egli pagava 200$ per il radio e chiedeva 2000$ per una piccola dose di medicina. Il marito della donna malata, Heinz, andò in giro a chiedere in prestito denaro, ma raccolse soltanto 1000$, metà del costo. Recatosi dal farmacista gli disse che sua moglie stava morendo e gli chiese di pagare meno la medicina o di dare la differenza successivamente. Ma il farmacista disse: No, io ho scoperto la medicina e ho intenzione di guadagnarci.. Così Heinz si disperò e rubò la medicina. Avrebbe dovuto farlo? |
Gli stadi dello sviluppo della moralità definiti da Kohlberg sono qui brevemente descritti:
Stadio |
Comportamento |
PRIMA DELLA MORALITA' | |
STADIO 1 - Orientamento punizione-obbedienza. |
Obbedienza alle regole al fine di evitare la punizione (simile al primo stadio di Piaget). |
STADIO 2 - Individualismo e Scambio. |
Adeguamento a delle regole per ottenere ricompense o vantaggi. |
MORALITA' COME CONVENZIONE | |
STADIO 3 - Moralità per mantenere buone relazioni e l'approvazione degli altri. |
Conformità alle regole per mantenere buone relazioni ed evitare la disapprovazione degli altri. |
STADIO 4 - Mantenimento dell'ordine sociale. |
Conformità alle regole per evitare la censura da parte dell'autorità |
MORALITA' COME ACCETTAZIONE DEI PRINCIPI MORALI | |
STADIO 5 - Morale del contratto, dei diritti individuali e delle leggi accettate e condivise. |
Desiderio di mantenere un buon funzionamento della società (anche se ci si incomincia a domandare: Cos'è una buona società) |
STADIO 6 - Principi universali |
Morale dei principi individuali della coscienza Conformità a dei principi individuali per evitare l'autocondanna. |
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Negli anni 70 studi più estesi condotti dal gruppo di ricerca Kohlberg iniziarono
a mostrare delle anomalie nella sequenza degli stadi di sviluppo delle moralità.
Una delle più produttive linee di ricerca fu quella di Elliot Turiel : la teoria del dominio.
Secondo tale teoria nei bambini a partire dai 39 mesi si differenziano 2 rispettivi
domini (ambiti) concettuali: le convenzioni sociali e gli imperativi morali. Azioni
nel dominio della moralità hanno effetti intrinseci, mentre azioni che riguardano
la sfera sociale non hanno effetti intrinseci interpersonali ed è per questo che
trasgredire le convenzioni è ritenuto meno grave che disobbedire alle norme morali
universalmente riconosciute. Moralità e convenzioni occupano quindi ambiti distinti,
paralleli.
La seconda maggiore critica alla teoria di Kohlberg fu sviluppato da Carol Gilligan che, tra l'altro, gli rimproverò di avere utilizzato solo maschi nelle interviste, ricavandone una visione incompleta. Gilligan sviluppò un concetto di moralità del prendersi cura in alternativa alla moralità della giustizia e dei diritti. Moralità non come obbligo a non trattare gli altri in modo scorretto, ma come non sottrarsi dall'aiutare qualcuno nel bisogno. Una teoria quanto mai attuale …
Conclusioni
C'è un generale consenso tra gli studiosi di questa materia sul principio che lo sviluppo della moralità avvenga per stadi successivi. Ne consegue che la personalità dell'adulto riflette le caratteristiche sviluppate durante l'infanzia, anche negli aspetti della concezione della moralità.I primi anni di vita, in particolare dai sei ai tredici anni, hanno perciò un'importanza straordinaria non solo nella formazione della personalità, ma anche nel comportamento sociale. Il ruolo dei genitori e della scuola è fondamentale. In quel periodo si forma la concezione morale degli individui e perciò della società.
Spesso invece, nell'attuale società orientata principalmente ai consumi e all'accumulo di denaro, in questo periodo cruciale del rapporto genitori-figli, generalmente concomitante con lo sviluppo di carriera di uno o entrambi i genitori, il tempo e l'attenzione dedicati alla formazione sono limitati.
Non si tiene in sufficiente considerazione il fatto che, nello sviluppo psicologico e morale, il bambino è il padre dell'uomo.
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